Presenterei il Disturbo Ossessivo-Compulsivo attraverso uno dei miei film preferiti: „Qualcosa è cambiato“.
Come lascia intuire il trailer, il film racconta di Melvin Udall, un mitico Jack Nicholson trattenuto e iper-controllato, con comportamenti scostanti e bizzarri per via della paura del diverso e della contaminazione. Ciò si traduce in una radicata ritrosia a lasciarsi andare che lo porta a una vita solitaria. Melvin infatti teme il contatto con gli altri, con le righe del marcipiede, con le posate del ristorante; la sera deve chiudere più volte tutte le serrature di casa e deve lavare le mani più e più volte, ogni volta con acqua bollente e con saponi sempre diversi.
Sembrano inspiegabili stranezze, invece si tratta di un disturbo molto noto: il disturbo ossessivo compulsivo. Esso è tipico di persone incapaci di gestire l’ANSIA con difese adattative. Ricorrono perciò inconsciamente a Meccanismi di Difesa che la convogliano verso oggetti o idee specifiche e che la risolvono (apparentemente) con azioni di controllo e di eliminazioni del pericolo. Il D.S.M.5 parla nello specifico di ossessioni e/o compulsioni, sintomi che, come mostra il film, sono molto disturbanti e capaci di generare un’intensa sofferenza psichica e una grave limitazione della libertà individuale.
Ma cosa sono le Ossessioni?
Si tratta di idee persistenti e disturbanti che invadono automaticamente il soggetto. Esse intralciano il normale corso del pensiero: la persona che ne è preda, ha difficoltà a orientare diversamente i suoi pensieri; sperimenta così una spiacevole sensazione di disagio che può arrivare a livelli molto elevati, fino a una sorta di paralisi dell’attività ideativa. Altro carattere dell’idea ossessiva è l’iterazione, cioè il suo ripetersi continuo e afinalistico; ne deriva la sensazione di non averne possibilità di controllo. Il soggetto, inoltre, avverte questi contenuti come irrazionali ed indipendenti dalla propria volontà.
Le ossessioni possono essere costituite da semplici parole, motivi musicali, immagini, frasi.
In base ai TEMI, se ne possono inoltre distinguere vari tipi:
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DUBITATIVE: dubbio di avere compiuto o no una certa azione („ho chiuso o no la porta?“) o di non averla eseguita perfettamente bene; ne consegue la necessità compulsiva di controllare più volte l’esecuzione della stessa.
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INTERROGATIVE: riguardano problemi metafisici o di difficile risoluzione o anche di scarsa importanza che angustiano la persona e “occupano” la sua mente.
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di DANNO: consistono nel timore di aver involontariamente nuociuto a qualcuno; la persona torna di continuo con la propria mente su tali episodi ed è tormentato dalla possibilità dell’eventuale danno causato.
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MNESTICHE: il soggetto è assillato dal bisogno di ricordare qualcosa senza che ciò sia strettamente necessario o finalizzato.
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di CONTAGIO o CONTAMINAZIONE: timore di essere contagiato e di contagiare a propria volta.
E cosa sono le Compulsioni?
Si tratta delle strategie utilizzate per attenuare la morsa dei pensieri ossessivi: il soggetto è spinto verso atti, gesti o pensieri che non può fare a meno di realizzare per gestire il suo forte stato di ANSIA. Tali comportamenti consentono l’attenuazione della tensione psichica e rappresentano un drammatico compromesso tra l’aspetto razionale e quello irrazionale. Infatti, la persona ha la consapevolezza del loro aspetto illogico e afinalistico, ma ha egualmente bisogno di compiere quell’azione, pena un peggioramento dell’angoscia. Si tratta infatti di una sorta di rituale liberatorio. Queste condotte tendono a diventare ripetitive e stereotipe e a volte assumono una complessità via via maggiore nel tempo, sottraendo al paziente tempo ed energie mentali e creando disturbo ai familiari e all’intero funzionamento sociale.
La Terapia del D.O.C. →
Se non trattato, il disturbo può essere profondamente angoscioso per la persona e può intaccare significativamente la capacità di gestire gli aspetti più basilari della vita (es. svolgere il proprio lavoro, intrattenere relazioni sociali equilibrate, etc.). Esso necessita di una cura ad ampio spetto, basata sulla farmacoterapia per il controllo dei sintomi parassitari e sulla psicoterapia.
La psicoterapia psicodinamica è utile per approfondire il significato simbolico dei sintomi e per esplorare l’area conflittuale dalla quale emerge la patologia. Tramite essa, sarà possibile nel tempo sciogliere i nodi che ingabbiano il paziente entro rigide ossessioni e compulsioni ritualistiche. Difficile per quanto sembri, infatti, Qualcosa può sempre cambiare!