Come dicevamo in un articolo precedente, esistono molti modi di comunicare.
Scegliere i più appropriati alla situazione in cui ci troviamo ci aiuta molto ad entrare in una relazione positiva, di scambio e rispetto reciproco con gli altri. E’ dunque necessario “mettere un pensiero” sui nostri modi di stare con gli altri a livello verbale, non verbale e paraverbale. Per farlo, il primo passo è conoscere i principali stili comunicativi, che elencheremo di seguito, per poi approfondire – nei prossimi articoli – gli aspetti più fruttuosi della comunicazione!
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Stile Aggressivo: “io Ok – tu Non Ok”
– Si esprime in modo violento: ricatta, minaccia, usa l’intimidazione, non rispetta l’altro;
– Impone le proprie idee;
– E’ intollerante, intransigente, rigido, iper-critico e giudicante;
– Provoca conflitti;
– Usa l’autorità, ordina e impone invece di concordare e di cercare un dialogo;
– Iper-valuta se stesso/a e sottovaluta gli altri (si concentra sui lati negativi degli altri).
Lo troviamo, ad esempio, in soggetti estremamente fragili e spaventati come quelli affetti da psicosi e paranoia (in cui può essere una reazione difensiva!) o in persone controllanti come gli ossessivi, nelle personalità borderline o con tendenze antisociali e in coloro che per vari motivi (ad es. la maniacalità) sono incapaci di provare empatia e di vedere e ascoltare l’Altro.
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Stile Manipolativo: “io Non Ok – tu Non Ok”
– Comunica in modo vago, poco chiaro, ma apparentemente affascinante;
– Non ammette i propri errori;
– Tende a raggirare l’interlocutore;
– Altera, distorce, trasmette in modo parziale e non pertinente le informazioni;
– Seduce, dissimula emozioni, ignora sentimenti, attribuisce pensieri, desideri, intenzioni, stimola sensi di colpa, di inadeguatezza, di vergogna, di vulnerabilità, di orgoglio, di prestigio… a seconda della propria convenienza;
– Si focalizza sui propri lati positivi e usa i lati negativi degli altri a suo favore.
Possiamo vederlo (anche se in realtà la difficoltà sta proprio nel “vedere”, nell’accorgersi della manipolazione!) in soggetti borderline, con difficoltà empatiche, tendenze isteriche e narcisistiche.
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Stile Passivo: “Io Non Ok – tu Ok”
– Rinuncia a esprimere le proprie idee e tende a non prendere posizione;
– Ha paura di offendere;
– Teme di essere criticato;
– Non si difende;
– Evita le responsabilità e rifugge i rischi;
– Evita conflitti o contrapposizioni forti;
– Lascia decidere gli altri, compiace e protegge;
– Si concentra sui propri lati negativi e su quelli positivi degli altri.
Possiamo osservarlo ad esempio in soggetti ansiosi, dipendenti, con tratti depressivi o infantili e con carenza di autostima. Ma perché queste persone fanno così? Se ci pensiamo, con questo stile comunicativo ottengono due vantaggi: (1) eludere situazioni potenzialmente ansiogene; (2) acquistare l’approvazione e la lode degli altri in quanto persona molto gradita. A lungo termine, tuttavia, possono perdere la stima di sé, nutrendo risentimento, irritazione, senso di rabbia crescenti e continuamente repressi, sentimenti spesso somatizzati, ad es. con dolori alla testa, sintomi depressivi, disturbi di stomaco e simili.
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Stile Assertivo: “io Ok – tu Ok”
– Riconosce e fa valere i propri diritti e riconosce e rispetta quelli degli altri;
– Esprime le proprie posizioni (idee, sentimenti, diritti) senza ansietà non necessarie, in modo chiaro, trasparente ed efficace, senza tentare di prevaricare gli altri;
– Discrimina e contestualizza;
– Ha un comportamento partecipe e attivo;
– Rispetta regole di cortesia, di cooperazione e di reciprocità;
– Usa l’autorevolezza (e mai l’autorità), non dà ordini, semmai chiede;
– Ammette i propri errori e si assume le proprie responsabilità;
– Comunica in maniera chiara e diretta, ma non minacciosa o aggressiva;
– Ascolta gli altri in maniera attiva, rispettosa e partecipe;
– Possiede quel coraggio e quella decisione che derivano da una buona STIMA di SE’;
– Ha un atteggiamento caratterizzato da una piena fiducia in sé e negli altri.
Lo stile assertivo è proprio di chi sta bene con se stesso ed ha un buon grado di conoscenza di sé, dei propri limiti e delle proprie risorse, ma anche di quelli degli Altri.
Oggi – nel mondo individualista che viviamo, dove sono molto più frequenti i primi tre stili comunicativi – la vera assertività è difficile da trovare, imparare e praticare; tuttavia, essa permette relazioni rispettose e fruttifere, bilanciate e positive! Per questo la approfondiremo nel prossimo articolo (:
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BIBLIOGRAFIA
Mecacci L. (a cura di) (2001), Manuale di psicologia generale. Storia, teorie e metodi. Cervello, cognizione e linguaggio. Motivazione ed emozione, Giunti, Firenze
Watzlawick P., Beavin J. H., Jackson D. D. (1971), Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interattivi, delle patologie e dei paradossi, Astrolabio, Roma.